"Leggendo" il mio portfolio non dovrebbe passare inosservata la varietà dei temi trattati: natura, ritratto, minimalismo – qui inteso come la ricerca del particolare – street photography, etc
Qualche volta mi sono posto l'annosa questione se lo stile di un fotografo dovesse necessariamente adottare un unico tema narrativo che meglio rappresentasse la sua personalità. In seguito ho compreso che di fatto il problema non si pone in quanto all’inizio del proprio percorso si cerca inevitabilmente di scattare un po' di tutto con risultati spesso banali. Man mano che si progredisce, si tende a selezionare i soggetti a favore della ricerca di quel "qualcosa" che, in cuor suo, sente essere più affine alla propria sensibilità e struttura psicologica. Questo, diventa il segnale di una certa maturità che si sta sviluppando ma che, contestualmente, impone un ferreo spirito critico e selettivo capace di distinguere (e includere nel proprio portfolio) le fotografie buone e di qualità narrativa, da quelle banali e prive di significato. Quindi, l’obiettivo si sposta dalla quantità di fotografie mediocri, alla qualità di fotografie volute, ricercate e studiate, degne di essere definite “opere d’arte”. Tuttavia, è anche vero che non bisogna confinare la propria creatività in un ristretto raggio d'azione, anzi, va lasciata libera di sperimentare tutto ciò che attira l'attenzione, pur mantenendo sempre vivo quello spirito autocritico che permette di progredire e maturare.
Fatta questa premessa, nella varietà tematica delle mie fotografie, spicca comunque un filo conduttore che le collega in gran parte tra loro e ne traccia un profilo artistico che, senza volerlo, è coincidente con la mia natura interiore. La ricerca dell'essenzialità, l'attenzione al particolare (senza rinunciare alla visione d'insieme) e, soprattutto, un innato interesse per la conoscenza dell'essere umano e di me stesso, sono gli elementi costitutivi che caratterizzano i miei lavori fotografici. Cosi, nel ritratto ma soprattutto nella street photography, trovo il modus operandi d'eccellenza per studiare e raccontare l'uomo in uno spaccato di vita reale quotidiana in rapporto con l’ambiente in cui vive.
Amo soprattutto descriverlo per le vie delle metropoli dove le contraddizioni della vita moderna sono più evidenti e talvolta anche più violente; dove la diversità razziale e culturale si mischia, senza tante forzature, all'autoctonismo; dove l'eccentricità del nuovo e del moderno va al pari passo con lo stile retrò o ad un ritrovato dandismo; e, infine, dove sotto i portici di un centro storico, s’inciampa nei corpi inerti e stesi a terra, coperti di stracci e cartoni per ripararsi dal freddo: mendicanti e barboni che hanno rinunciato alla speranza di una vita più dignitosa o che la vita stessa li ha messi alle corde senza conceder loro una possibilità di riscatto.
Qualche volta mi sono posto l'annosa questione se lo stile di un fotografo dovesse necessariamente adottare un unico tema narrativo che meglio rappresentasse la sua personalità. In seguito ho compreso che di fatto il problema non si pone in quanto all’inizio del proprio percorso si cerca inevitabilmente di scattare un po' di tutto con risultati spesso banali. Man mano che si progredisce, si tende a selezionare i soggetti a favore della ricerca di quel "qualcosa" che, in cuor suo, sente essere più affine alla propria sensibilità e struttura psicologica. Questo, diventa il segnale di una certa maturità che si sta sviluppando ma che, contestualmente, impone un ferreo spirito critico e selettivo capace di distinguere (e includere nel proprio portfolio) le fotografie buone e di qualità narrativa, da quelle banali e prive di significato. Quindi, l’obiettivo si sposta dalla quantità di fotografie mediocri, alla qualità di fotografie volute, ricercate e studiate, degne di essere definite “opere d’arte”. Tuttavia, è anche vero che non bisogna confinare la propria creatività in un ristretto raggio d'azione, anzi, va lasciata libera di sperimentare tutto ciò che attira l'attenzione, pur mantenendo sempre vivo quello spirito autocritico che permette di progredire e maturare.
Fatta questa premessa, nella varietà tematica delle mie fotografie, spicca comunque un filo conduttore che le collega in gran parte tra loro e ne traccia un profilo artistico che, senza volerlo, è coincidente con la mia natura interiore. La ricerca dell'essenzialità, l'attenzione al particolare (senza rinunciare alla visione d'insieme) e, soprattutto, un innato interesse per la conoscenza dell'essere umano e di me stesso, sono gli elementi costitutivi che caratterizzano i miei lavori fotografici. Cosi, nel ritratto ma soprattutto nella street photography, trovo il modus operandi d'eccellenza per studiare e raccontare l'uomo in uno spaccato di vita reale quotidiana in rapporto con l’ambiente in cui vive.
Amo soprattutto descriverlo per le vie delle metropoli dove le contraddizioni della vita moderna sono più evidenti e talvolta anche più violente; dove la diversità razziale e culturale si mischia, senza tante forzature, all'autoctonismo; dove l'eccentricità del nuovo e del moderno va al pari passo con lo stile retrò o ad un ritrovato dandismo; e, infine, dove sotto i portici di un centro storico, s’inciampa nei corpi inerti e stesi a terra, coperti di stracci e cartoni per ripararsi dal freddo: mendicanti e barboni che hanno rinunciato alla speranza di una vita più dignitosa o che la vita stessa li ha messi alle corde senza conceder loro una possibilità di riscatto.
Ecco allora che nel puntare l'obiettivo su alcuni di loro, c'è la volontà di schiarire le ombre della loro esistenza che li rendono invisibili agli occhi di quanti passano loro accanto; uomini e donne il cui viso è un mezzo volto, la cui esistenza è una mezza vita. In tal senso e più in generale, la fotografia diventa anche reportage con l'arduo compito di denunciare l'attuale condizione umana che, seppur ricca, moderna e tecnologica, si è drasticamente e tragicamente impoverita dei valori etici e spirituali, imponendo ai più deboli di vivere ai margini della strada. Non mi riferisco solo ai barboni che rovistano nei sacchi dell'immondizia e agli extracomunitari che popolano le piazze per mendicare: talvolta si tratta del nostro stesso vicino di casa.
© 2016 Adriano Scazzi photography
© 2016 Adriano Scazzi photography